La satira nell'Ottocento: il Don Pirloncino

Un'iniziativa dell'Osservatorio

In stretta collaborazione con l'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, l'Osservatorio per lo studio della storia del Risorgimento nell'Ottocento europeo ha avviato un'attività di studio il cui oggetto è la lettura e l'analisi del giornale satirico il Don Pirloncino. La ricerca ha come fine quello di individuare, attraverso i documenti e i materiali dell'archivio del Museo Centrale del Risorgimento, non soltanto le caratteristiche della caricatura artistica italiana dell'Ottocento, ma anche gli aspetti che si celano dietro la descrizione di un'immagine, desumendone attraverso un commento storico-critico, il profilo politico, economico e sociale degli anni presi in esame.

Dopo la diffusione in molti Paesi di fogli dai moderni contenuti di carattere satirico, intorno agli anni Venti e Trenta del XIX secolo, nel 1848 vennero alla luce nella penisola italiana numerose testate satiriche. Tra il Cassandrino, L'Arlecchino, Lo Spirito Folletto e Il Fischietto (soltanto per elencare qualche nome) assume una certa rilevanza la testata romana del Don Pirlone la cui attività iniziò il 1° settembre del 1848.

Il nome del giornale Don Pirlone richiamava quello della maschera inventata dallo scrittore Girolamo Gigli (1660-1722). Il costume di Don Pirlone è identificabile attraverso l'ampio cappello sacerdotale e un atipico abito talare; la maschera era pensata con abiti che potessero ricordare un abbigliamento utile a sottolineare un atteggiamento moralista e ipocrita dell'Antico regime. L'obiettivo del periodico fu quello di accompagnare, attraverso didascalie e commenti pungenti, gli avvenimenti e gli anni che hanno caratterizzato l'Italia nel suo lungo e complesso processo di formazione nazionale, non soltanto territoriale, ma anche politica e sociale.

Il Don Pirlone fu poi ripreso da successive pubblicazioni satiriche, tra cui il Don Pirloncino (1871). È questo foglio, fondato e diretto da Costanzo Chauvet (1884- 1918) che è oggetto dello studio del nostro Osservatorio. La prima collaborazione dello Chauvet fu con un foglio satirico di indirizzo democratico: Il Birichino alessandrino. Fu tramite le conoscenze acquisite nel mondo giornalistico che iniziò la collaborazione a un trisettimanale di propaganda elettorale: il Don Pirlone figlio, di cui divenne presto il direttore, dandogli così una forte impronta di carattere violentemente anticlericale e scandalistico. Con il tempo raggiunse un successo tale da renderlo autonomo nella sua attività di giornalista, fino alla pubblicazione di un suo foglio: il Don Pirloncino, la cui attività iniziò il 30 luglio 1871. Si trattava di un foglio satirico trisettimanale in quattro pagine che rifletteva lo stile del suo Direttore: distaccato e ostile all'ambiente radicale, senza una posizione politica ben consolidata, ma con toni duri che potessero esprimere il malcontento generale nei confronti dei pubblici poteri. Il Don Pirloncino fu pubblicato fino al 1887, anche se l'attività dello Chauvet non si arrestò fino alla sua morte, adottando anche la direzione de Il Popolo Romano, dal 1875, quotidiano di sinistra fondato da Fortis e Canori, diventato più tardi quotidiano di riferimento per le posizioni politiche di Depretis. 

Ludovica Cerrone

Si segnala che la mostra La trasformazione di Roma tra politica e satira: il "Don Pirloncino", inaugurata in occasione del Convegno di studi Negoziare una capitale, sarà visitabile fino a giovedì 21 dicembre 2023, dalle ore 9:00 alle ore 12:30, presso l'Istituto Storico Italiano per l'età moderna e contemporanea (Palazzo Antici Mattei di Giove, via Michelangelo Caetani, 32, Roma). Dopo il 21 dicembre 2023 sarà visitabile, sempre nello stesso orario e fino a martedì 30 gennaio 2024, presso l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano (Complesso del Vittoriano, Piazza Venezia, Roma).